Padre Davide Sollami, carmelitano scalzo, è stato ospite di Lucia Ascione a “Bel tempo si spera”, su TV2000, per parlare del Gesù Bambino di Praga e della medaglia della salvaguardia.

Non un amuleto, non una medaglietta da mettere addosso per far sì che la vita “sorrida”, ma tutti segni di un amore che chiede altro amore.

Ma come si arriva a questa medaglia, e perché è legata a Gesù Bambino di Praga?

«Santa Teresa D’Avila, che è all’origine di tutta questa devozione all’infanzia di Gesù – ha spiegato padre Davide davanti alle telecamere – volle rispondere alla superstizione dei suoi tempi rimettendo Gesù al centro. Ripartiamo da Cristo. Sarebbe tradire il desiderio di Santa Teresa usare questa medaglia come un “amuleto”. Chiaramente ogni segno, anche benedetto, va portato con fede».

La medaglia

La medaglia ha Gesù Bambino al centro: il figlio di Dio che ha scelto di farsi piccolo e fragile come un neonato, vestito in maniera così regale perché è il “Re della Pace“. Oltre all’immagine di Gesù Bambino, sulla medaglia c’è la croce di Gesù, e poi la scritta “Santo Bambino Gesu benediteci“, un’invocazione che da secoli viene ripetuta tutti i giorni nelle due culle che i carmelitani custodiscono, quella di Praga e quella di Arenzano. Le scritte piccoline sono parole di Gesù stesso, pronunciate nel Vangelo.

Perchè una medaglia della salvaguardia? «Ci protegge dal male, e quindi ci sono le parole che Gesù ha detto contro il nemico numero uno, il Maligno» spiega padre Davide.

La storia della statuina di Gesù Bambino

E come mai i carmelitani scalzi sono così devoti a Gesù Bambino? «È l’eredità spirituale di Santa Teresa D’Avila – dice ancora padre Davide – che ha regalato a ogni monastero fondato nel ‘500 una statuetta di cera che veniva vestita, e ognuna di queste aveva anche un nome diverso. Santa Teresa infatti voleva che le suore tenessero questo Gesù come un figlio, che lo vestissero, che gli dessero un nome. La statua che abbiamo noi non fu regalata alle monache ma a una donna che aveva bisogno di pregare. Lo tenne come oggetto prezioso e lo donò a sua figlia, la principessa Polissena che fu promessa a un nobile di Praga. La statuina venne donata a Polissena come regalo di nozze. Gesù Bambino arrivò a Praga in tempo di guerra, attraversò le battaglie e le difficoltà insieme alla popolazione di Praga. E gli abitanti di Praga gli diedero la “cittadinanza onoraria”, lo sentivano loro».

Storie di fede e devozione

Al Santuario di Arenzano si recano davvero molte persone per ringraziare Gesù Bambino, tra cui molte anche passate sull’autostrada A10 a Genova il 14 agosto 2018, poco prima del crollo del ponte Morandi.

C’è anche chi è guarito da una malattia che lasciava poche speranze, chi è scampato alla furia della guerra quando era piccolo, chi recentemente stava passando per la galleria Bertè della A26 proprio quando è venuto giù un pezzo di soffitto da 2 tonnellate.