“Cosa si può fare per questi bambini?” è l’interrogativo che sgorga dal cuore ogni volta che si attraversano le strade del Centrafrica. Difficile trovare una soluzione univoca a questa domanda perché i problemi toccano diversi bisogni, come la scuola e l’agricoltura, per citarne soltanto alcuni.
Tra le urgenze primarie c’è sicuramente anche quella dell’acqua potabile necessaria per cucinare, per lavarsi, ma anche per allevare animali e irrigare le coltivazioni. Sulla strada transafricana che solca la nazione “Be ti Afrika” (“Cuore d’Africa”, il Centrafrica appunto), le strade sono attraversate da donne con bacinelle sulla testa e bambini che spingono carretti carichi di bidoni… Nessuno ha l’acqua in casa, né in cucina, né in bagno, ma tutti la attingono dall’unico pozzo, uno per tutto il villaggio!
Ogni pozzo ha (o dovrebbe avere!) un comitato di gestione che vigila che questo sia usato bene. Un guasto sarebbe un grave danno per tutti. I pezzi di ricambio sono cari e bisogna aspettare settimane, a volte mesi, per una riparazione. Attorno alla missione Carmel è nato un comitato che lavora bene e ogni mese raccoglie piccole cifre, ma come dice la famosa frase di Santa Madre Teresa di Calcutta: “Sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano. Ma se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe”. E così, goccia dopo goccia, la popolazione che sta usando il pozzo della missione ha raccolto 1.700.000 Franchi CFA, cioè 2.600 €. Una bella cifra per essere in Centrafrica! Ma ancora molto lontana dal costo totale di un pozzo: 17.000 €. Alcuni amici a cui abbiamo anticipato questo progetto, stanno già rispondendo aggiungendo la loro goccia. Il preventivo ci spinge a darci da fare perché la cifra è importante. Il pozzo può essere costruito da una ditta locale, praticamente l’unica in Centrafrica ad avere una trivellatrice.
Sarà possibile vedere la situazione della raccolta e quanto manca a raggiungere l’obiettivo su questo sito web.
La gente desidera un pozzo finalmente “suo” e sembra che sia arrivato il momento, così il pozzo della missione potrà essere dedicato all’irrigazione degli orti della Scuola Agricola, molto importante per l’enorme lavoro agricolo che si sta svolgendo.
La goccia di Madre Teresa è la carità e, come diceva la Santa di Calcutta: “Importante non è ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo; bisogna fare piccole cose con grande amore”. Su questo la Santa di Calcutta è in sintonia con la “nostra” Santa Teresa di Lisieux, patrona delle missioni. Che Dio benedica sempre chi apre il suo cuore e tende la sua mano al povero!
P. Davide Sollami