A Bangui è conosciuta come la “Mission Carmel” e tutti la chiamano così. Quando diciamo di abitare al Carmel, i volti dei centrafricani s’illuminano perché hanno visto con i loro occhi la meravigliosa area verde, frutto di vent’anni di lavoro e sacrifici fatti insieme, maboko na maboko, mano nella mano, con p. Anastasio e tutti i frati missionari, grazie al sostegno e alla fiducia che non ci fate mai mancare.

Nei decenni scorsi abbiamo costruito insieme la Yolé, dove ogni anno studiano e sono educati centinaia di giovani. Poi per dare seguito a questa importante opera educativa, insieme abbiamo edificato la casa per i Novizi, Sant’Elia. I giovani che bussano alle porte sono sempre tanti e la casa fatta a Bangui dall’abile pioniere padre Renato Aldegheri è ormai insufficiente. Inoltre manca ancora una chiesa, infatti la Messa si celebra ancora sotto una tettoia nata come parcheggio per auto e poi ingrandita per riparare gli sfollati durante la guerra.

Ora si parte con i lavori. Grazie agli aiuti arrivati finora (ricordate l’iniziativa che chi acquista una scatoletta di Salviette igienizzanti alla Lavanda dona un mattone?) abbiamo potuto finalizzare la fase progettuale e non solo.  Questa volta possiamo fare noi i mattoni usando la laterite che abbiamo a chilometro zero nella terra della nostra missione.

La parte più bella sarà la chiesa: un santuario dedicato alla Madonna del Carmelo. Padre Aurelio farà delle bellissime vetrate, disegnate da padre Marco Cabula. Padre Federico ha dato il suggerimento di inserire degli archi, visti in altre chiese in Centrafrica. È simile all’arco a sesto acuto e l’ha battezzato “arco africano”. L’architetto ha dedicato molto tempo alle numerose richieste di noi frati che, per la chiesa, non abbiamo risparmiato indicazioni e consigli.

Alla chiesa ci teniamo particolarmente. L’impressione è che verrà molto bella.

COME AIUTARE:

Basta una piccola offerta! Unendo le forze possiamo raggiungere l’obiettivo. Abbiamo già pagato una parte delle spese. Passo dopo passo sarà possibile vedere a che punto siamo.