A Bokongo i primi battesimi furono amministrati nel 1956 a sessantacinque cristiani, nel periodo in cui erano i frati Cappuccini a curare le anime. Da allora sono trascorsi tanti anni, ed è arrivato finalmente il momento di lasciare un segno del cammino fatto: una chiesetta nuova, di mattoni e cemento, con una croce che spicca sulla facciata, vetrate colorate, cancello in ferro battuto, un bassorilievo in terracotta.
Tutto questo, in un piccolo paese di campagna, lungo le piste centrafricane, è senz’altro una notizia. Di chiesette costruite con paglia e muri d’argilla ce ne sono molte, ma sono rare le chiese simili a quella appena terminata a Bokongo. In effetti, la costruzione di una cappella “vera” non è certo il primo passo dell’evangelizzazione, ma piuttosto un punto d’arrivo e di rilancio dell’attività della Chiesa. Vogliamo donare a questa giovane Chiesa anche luoghi dove pregare che, anche se non diventeranno monumenti nazionali, restino ai figli e ai figli dei figli, affinché possa svilupparsi una tradizione.
Grazie a un caro amico benefattore, la cappella esiste e non sarà la sola. Padre Aurelio ha preso carta e penna, ha fatto uno schizzo del progetto, ha seguito i lavori – et voilà… –, nel giro di qualche mese, con un po’ di pazienza, la chiesa è stata completata. Ora è l’orgoglio del villaggio. Non c’è passante (soprattutto in motocicletta) che non si volti a guardarla, attirato dai colori delle vetrate. Adesso sta ai missionari e ai fedeli centrafricani nutrire nel proprio cuore una fede solida come la loro nuova chiesa.