1 gennaio 2014 17:12
La nostra comunità qui a Bouar St.Elia ha qui passato un Natale e un fine 2013 sereni, per quanto possibile e con tanta unità tra di noi. Giorno dopo giorno abbiamo portato – come da tradizione- il Gesù Bambino nelle celle di ognuno, con dei bei momenti di preghiera. Ieri e l’altro ieri ho fatto organizzare ai giovani postulanti e novizi due mattinate di giochi per la nostra gioventù: più di cento bambini e giovani hanno partecipato.
I movimenti giovanili e di bambini a St.Elia si stanno risvegliando in queste settimane: come a Bangui ci sono ora il “Gruppo Santa Teresina” per i piccolissimi; la “Compagnia di Gesù Bambino” per i bambini fino a 15 anni; e la “Gioventù Carmelitana” per i giovani. Non me lo sarei immaginato, ma i ragazzi anche qui rispondono con impegno e gioia e il tutto promette bene. Se io lancio le idee, sono poi i 7 postulanti e aspiranti della comunità che le realizzano, questa volta con il concorso dei quattro novizi.
Io sto bene di spirito, contento della bella comunità di cui Gesù mi ha chiesto di essere padre. Certo gli altri padri mi sono di grande aiuto e di esempio, tutti, soprattutto P.Marcello, che scopro veramente essere un padre speciale, nel senso più pieno della parola, pieno di Gesù e del suo amore. È una bellissima presenza, che i giovani sanno apprezzare.
La mia salute, con la gamba dolorante, e, obbligato, per diminuire i dolori e potere camminare un po’, a prendere regolarmente – da ormai un mese – anti infiammatori, non sembra accennare a migliorare. Non è facile qui curarmi, in questa situazione. Vedremo cosa fare tra qualche settimana, quando P.Vojtech tornerà dalla Repubblica Ceca.
I collegamenti con Bangui e Bozoum sono da settimane interrotti. Ci si sente solo per telefono, ci si incoraggia, ma non si può andare a Bangui o venire da li.
Per P.Federico e confratelli, alla lunga la situazione diventa logorante, anche perchè, per ora, continua a peggiorare. Così anche a Bozoum, ma P.Aurelio e P.Norberto sono più abituati a gestire situazioni di crisi e non hanno i giovani in comunità.
A Bouar per ora la situazione è assai tranquilla. Ieri – con tutta la comunità – abbiamo partecipato nello stadio cittadino a una preghiera interconfessionale tra cristiani e musulmani: un migliaio di persone al massimo, non so se dire pochi o tanti. È stata bella. C’è tanto rancore e sfiducia reciproca purtroppo. Ma si deve lavorare assolutamente per favorire il dialogo e la comprensione reciproca. Non c’è altra soluzione che possa fare evitare i massacri tristi e inutili dei civili innocenti. Le soluzioni militari finora si rivelano inconcludenti, anche quelle dei francesi e della MISCA.
A Bangui la gente soffre ogni giorno di più. Mi rattrista sentire al telefono i genitori dei nostri giovani postulanti e aspiranti: fuggi fuggi generale e fame. Non possiamo aiutarli se non incoraggiandoli: i rifugiati a Bangui sono ormai quasi metà della popolazione: 370.000 persone dicono le cifre ufficiali, di cui 10.000 al Carmel.
Vi lascio così. Con la speranza che il nuovo anno porti a questo popolo e a tutto il mondo la pace di cui si ha tanto bisogno.
Un abbraccio forte.
P.Stefano