Lentamente, molto lentamente, il Centrafrica sembra avviarsi verso un piccolo miglioramento nella situazione drammatica che si trascina ormai da due mesi.

In questi giorni di fine febbraio iniziano a passare i primi convogli di camion, in direzione Bangui. Dal 22 dicembre nessun camion era riuscito a forzare il blocco instaurato dai ribelli e la capitale è in grosse difficoltà. I prezzi sono raddoppiati o triplicati, mettendo a dura prova le famiglie. Anche i villaggi lungo la strada hanno subito grosse ripercussioni economiche, dovute allo stop delle vendite di verdura, frutta, manioca, legna, carbone e servizi vari ai camion di passaggio (ogni settimana c’erano dai 600 ai 1.000 camion nelle due direzioni).

La Corte Costituzionale ha proclamato vincitore delle elezioni il presidente attuale. Su 1.800.000 iscritti, solo un terzo ha potuto votare… ma l’annuncio della decisione della Corte Costituzionale non ha soddisfatto né i ribelli, né le opposizioni e quindi la situazione di tensione e guerra continua.

Grazie a Dio anche la situazione a Bouar inizia a migliorare. Grazie all’aiuto di tanti, sabato 13 febbraio abbiamo potuto organizzare una grande distribuzione. Oltre 2.800 famiglie (quasi 17.000 persone) hanno ricevuto riso, olio, sardine, zucchero, caffè, dadi, concentrato di pomodoro, sapone e detersivo.

Molte persone sono potute finalmente ritornare alle loro case. Giovedì 18 febbraio, di passaggio a Bouar, sono colpito dalla differenza tra la situazione attuale e quella delle settimane scorse. Su 17.000 persone, sono ora presenti 2.000 o 3.000 che dovrebbero partire prossimamente.

A gennaio molti si erano rifugiati nelle chiese e conventi perché i ribelli minacciavano diversi quartieri: la Cattedrale, la parrocchia di Fatima, il convento dei cappuccini a “St. Laurent” e quello dei carmelitani a “St. Elie”. Il numero dei rifugiati era più che raddoppiato, passando da 6.400 a più di 14.000 persone!

Quando milizie ribelli affrontavano l’esercito, è stata la povera gente a rimetterci! In Africa si dice che “quando due elefanti lottano, è l’erba che soffre”.

La situazione è stata molto pesante: bisognava pensare all’acqua, all’igiene, al cibo, al freddo notturno, alla marea di bambini che costituivano la maggior parte dei rifugiati. Con la Caritas ci siamo organizzati per fare il possibile e molti amici si sono dati da fare per sostenerci, come Caritas Germania, Caritas Internationalis, Siriri OPS di Praga. I problemi sono tanti, ma la Carità, la Fede e la Speranza sono più forti!

I vescovi del Centrafrica hanno pubblicato un messaggio molto bello. Nella situazione di guerra e tensioni che viviamo, la parola dei vescovi è praticamente l’unica che dica qualcosa di serio e costruttivo. In questo messaggio, essi partono da un episodio del Vangelo di Luca. Mentre Gesù è circondato dalla folla, arrivano quattro persone con un paralitico su una barella, ma non riescono ad avvicinarsi a Gesù che si trova in una casa. La loro fiducia in Gesù è tanta e salgono sul tetto, ne scoperchiano un pezzo e fanno scendere la barella davanti a Gesù che, naturalmente, di fronte a tanta fede, lo guarisce. I vescovi vedono nel paralitico un’immagine del Centrafrica che non riesce a sollevarsi e che ha bisogno del coraggio e della fede di tutti per rialzarsi.

E anche a Baoro per settimane la situazione è stata molto tesa. Alcuni semi-ribelli avevano messo le barriere su tre strade, all’entrata della città. Anche loro, come la polizia e i carabinieri nei tempi “normali”, dicono che lo fanno per la sicurezza della città. In realtà, come la polizia e i carabinieri nei tempi “normali”, lo fanno per chiedere soldi.

E allora riprendiamo il lavoro di mediazione, anche con i leader religiosi della città. Ci siamo incontrati, cattolici, protestanti e musulmani e abbiamo condiviso le preoccupazioni sulla situazione. Abbiamo pregato per la Pace e per il Paese. Non vogliamo restare paralitici per sempre!

Proprio per questo, domenica 31 gennaio, abbiamo vissuto un bel momento di preghiera e di pace, alla rotonda di Baoro. Nonostante il breve periodo di preavviso, oltre 2.000 persone riunite in un silenzio profondo, si sono lasciate guidare da un Pastore protestante, seguito da un imam musulmano, e infine dal parroco cattolico, p. Stefano Molon. È stato bellissimo vedere genti diverse, di fedi e origini diverse, pregare insieme. Alla fine, ho chiesto a ognuno di prendere le mani del vicino, e alzarle insieme verso il cielo, come preghiera. Duemila persone che pregano sono molto pericolose, più dei ribelli e banditi! Possono far vincere Dio e l’umanità! Anche la Carità è molto “pericolosa”! Può far vincere l’Amore!

Gran parte del Paese è ancora occupata da milizie ribelli, di vario genere, ma abbastanza coordinate e decise a ottenere qualcosa. Che cosa sia questo qualcosa, non si capisce bene. Intanto sono riusciti a bloccare tutto il flusso delle merci che dalla frontiera con il Camerun riforniscono la capitale, Bangui. Le varie forze armate (Centrafricane, Russe e Ruandesi) cercano da giorni di liberare la strada, ma è un’impresa difficile.

Arrivano finalmente molti militari per riprendere il controllo della strada, l’unica strada che collega la frontiera alla capitale. Tra loro ci sono mercenari russi, militari ruandesi e l’esercito centrafricano. I pochi ribelli che erano qui a Baoro sono scappati, e il giorno dopo alcuni militari raggiungono Bouar. Qui i ribelli si sono allontanati. Ma la paura è che non vadano molto lontano, e/o che si spostino in altre città (Bocaranga, Bozoum, Ngaundaye, Koui) creando altre zone di terrore…

Martedì 9 febbraio parto presto per Bouar (appena prima che i militari si mettano in strada…). Il Cardinal Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, è in visita con i membri della Piattaforma delle confessioni religiose: due pastori protestanti e due imam. Li accompagno mentre visitano i siti più grandi, dove oltre 17.000 persone sono state rifugiate per quasi un mese. Quando visitano il nostro convento di St. Elie, trovano ad accoglierli sei mamme con sei neonati: i bambini nati durante la permanenza fuori casa, qui a St. Elie! E durante l’incontro ricevono le benedizioni del Cardinale, del vescovo di Bouar, di due pastori e di due imam. Credo che siano i bambini più benedetti del Paese!

Padre Aurelio Gazzera