Grazie alla giornalista Rai Cristina Carbotti, che ci ha seguiti nella nostra missione nella Repubblica Centrafricana e che ha documentato la nostra azione e quella dei volontari che hanno portato medicine, abiti e materiale scolastico insieme a lezioni di pratica teatrale. Riportiamo sotto il video l’articolo (consultabile anche a questo link). Cliccando sull’immagine, si può vedere il videoservizio della Rai.

Una vera e propria spedizione, nove volontari laici di Liguria e Lombardia partiti in gruppo dal Santuario di Gesù Bambino di Praga, ad Arenzano, per raggiungere dopo circa 22 ore di viaggio, tra aerei e fuoristrada, la missione di Baoro, cuore della Repubblica Centrafricana. Un territorio due volte l’Italia, abitato da circa 5 milioni di persone. Esclusa la capitale, Bangui, la vita è nei villaggi disseminati lungo le poche strade dissestate. Qui i frati carmelitani scalzi sono presenti da cinquant’anni con cinque missioni. Hanno portato il vangelo, ma anche centinaia di scuole e attività professionali.

Un gruppo variegato, ognuno con le proprie diverse competenze, unito dal desiderio di portare un piccolo aiuto concreto alla gente di uno dei paesi tra i più poveri del mondo, in un momento molto difficile, per l’instabilità del governo e la presenza di bande armate e potenze straniere che mirano ad aggiudicarsi le tante ricchezze di questa terra, a partire dall’oro e dai diamanti.

Andare nel cuore dell’Africa significa fare un viaggio indietro nel tempo. Nei villaggi disseminati lungo le piste si vive come centinaia e centinaia di anni fa. Non c’è la corrente elettrica e la sera ci si rischiara accendendo fuochi fuori dalle capanne di paglia. Non c’è acqua corrente e ogni giorno si percorrono chilometri e chilometri a piedi per riempire i secchi al pozzo. Il cibo è poco e quasi sempre lo stesso. Riso e manioca. Poco, anzi, niente di tutto. E’ in questo ambiente difficile che i volontari hanno dato il loro piccolo grande contributo.

Due settimane, fianco a fianco con i padri missionari e la popolazione locale, per una contaminazione che arricchisce tutti.
Il teatro, portato dal Sipario Strappato nelle scuole, fin dalla materna. Esercizi per insegnare l’ascolto e il rispetto dell’altro. Ma anche le cure mediche, con l’apertura del dispensario e la visita di un centinaio di pazienti.  E poi, con mille difficoltà di trasporto, la consegna di una carrozzina ad un disabile, donata grazie alla generosità di tanti amici liguri della missione, e ancora la distribuzione di abiti e materiale scolastico, trasportato dalla Liguria in venti grandi valige. Una piccola goccia nel mare, ma che contribuisce nel tempo all’avvicinamento tra due culture e tradizioni così lontane e diverse.

Nel video l’intervista a padre Davide Sollami e padre Federico Trinchero, frati carmelitani scalzi (di Cristina Carbotti, montaggio Mirko Ippoliti).