Praga, 20 luglio 2023, Festa di Sant’Elia
Cari amici di Gesù Bambino e delle missioni,
rivolgo il mio saluto augurando che vi giunga come un gioioso raggio di sole.
Celebriamo la festa di Sant’Elia. “Sorse profeta, come un fuoco; la sua parola bruciava come fiaccola”: il Siracide (48,1) descrive così uno dei più grandi sacerdoti della storia religiosa dell’antico Israele. La Bibbia narra come, alla fine della sua vita, un carro con cavalli di fuoco lo rapì in cielo, in un turbine di vento. La sua memoria rimase sempre viva in particolare sul Monte Carmelo, dove dimostrò agli israeliti chi fosse l’unico e vero Dio. Ancora oggi il luogo dove, secondo la tradizione, avvenne il sacrificio è chiamato, in lingua araba, “el Muhraqa” che significa “luogo dell’incendio”. Il promontorio di Haifa, sacro alla memoria del profeta, divenne nel XIII secolo un luogo dove si raccoglievano i pellegrini di Terra Santa che decidevano di consacrarsi al Signore. Nel mio piccolo, vorrei essere anch’io un fuoco ardente per diffondere la devozione a Gesù Bambino; vorrei che l’amore per Gesù ardesse come una fiamma nei cuori di tutto il mondo, come desiderarono tanto il venerabile p. Cirillo della Madre di Dio, carmelitano di Praga, e p. Giovanni Del Rizzo, salesiano veneto che ne diffuse la devozione a Bogotà, in Colombia.
A Elia fanno riferimento eremiti e monaci. È di grande ispirazione per noi Carmelitani che ne imitiamo lo zelo e lo spirito contemplativo.
Nella Basilica di S. Pietro a Roma la sua scultura è eretta tra i santi Fondatori di Ordini con questa iscrizione: “Universus Ordo Carmelitarum fondatori suo Sancto Eliae prophetae erexit” a testimoniare che i Carmelitani lo chiamano loro “Fondatore”. La frase “Ardo di gelosia per il Signore Dio degli eserciti” è scritta sul cartiglio che avvolge lo stemma carmelitano. Nella nostra chiesa a Praga la sua statua lo ricorda sull’altare maggiore con la spada.
La sua statua è anche nella chiesa del nostro Noviziato a Bouar (Centrafrica), dedicato al profeta che ha vissuto alla presenza di Dio. Sono lieto e, permettetemi di dirlo, anche un po’ orgoglioso di assicurare agli amici che i nostri sacerdoti carmelitani centrafricani vivono con questo spirito. Li conosco quasi tutti personalmente. A loro è stata affidata la direzione dei nostri cinque centri missionari. Il loro lavoro è arduo. Devono essere disponibili alle dure esigenze del Vangelo che chiede di essere pronti a sacrificare anche la vita per la missione. Il Centrafrica è un paese splendido, verde tutto l’anno nella foresta e in questi giorni, stagione delle piogge, anche nella savana, dove i manghi con i loro frutti color oro sono la gioia dei bambini. La situazione politica della nazione non è allo stesso livello di bellezza. Nonostante la ricchezza del sottosuolo, la popolazione vive miseramente e senza difese. “Una frangia importante della nostra popolazione si è rimessa al lavoro, a dispetto delle condizioni difficili e della persistenza dell’insicurezza dovuta alla presenza di gruppi armati in certe regioni del nostro paese” – si legge nel messaggio della Conferenza Episcopale Centrafricana, scritto il 27 giugno 2023, alle autorità governative e politiche – e “la nostra missione di pastori ci invita a mantenere accesa la fiamma della speranza del nostro popolo”. Gli episodi di violenza nella Repubblica Centrafricana si succedono come le stagioni. P. Norberto Pozzi è vivo grazie a Dio e alle cure dei confratelli; sta riprendendosi e muove i primi passi con una protesi, dopo aver perso il piede sinistro a causa di una mina anticarro. Un amico avrebbe un grande lavoro a Bangui, dove allevava 60.000 galline ovaiole e serviva la capitale di uova fresche, ma per mancanza di sicurezza è dovuto fuggire dal paese e ricominciare tutto in Camerun. Nonostante la situazione, al Carmel di Bangui, stiamo portando avanti la costruzione di un nuovo Convento per i giovani centrafricani, sperando in tempi migliori. Siamo riconoscenti agli amici che ci sono stati sempre vicini e continueranno a seguire con amore la missione della quale avranno notizie nelle pagine seguenti di “Amicizia Missionaria”, curata da P. Davide che presto visiterà le Missioni e porterà novità. D’altronde “Ex Africa semper aliquid novi”, dall’Africa infatti arriva sempre qualcosa di nuovo, come scriveva Plinio il Vecchio.
Anche il Santuario di Praga, affidato ai noi Carmelitani Scalzi della Provincia Ligure dal 1993, è uno splendore. La vita nella nostra chiesa non è meno vivace di quella della capitale ceca: ci prendiamo cura sia dei cittadini del paese, sia dei pellegrini e devoti che giungono da tutto il mondo. A tutti riserviamo un caloroso saluto. Mi sono unito ai confratelli per ben venticinque anni in quest’umile servizio che devo lasciare perché i superiori, data la mia “giovane età”, desiderano il mio rientro in Italia ad Arenzano, dove sarò lieto di rivedere i confratelli e gli amici perché le vie del Signore sono infinite.
Prego Gesù Bambino che ci benedica tutti.
p. Anastasio