Praga, 6 gennaio 2022, Festa dell’Epifania
Cari amici di Gesù Bambino,
saluti da Praga, dove abbiamo festeggiato il Natale tanto atteso. All’ingresso della nostra chiesa i fedeli leggevano: “Anche se Gesù Bambino nascesse mille volte a Betlemme, ma non nel tuo cuore, purtroppo per te la sua nascita sarebbe senza significato”. I giorni scorsi nella recita dell’ufficio mi ha colpito l’affermazione di San Massimo il confessore, abate del VII secolo: “Dall’oriente una stella che brilla in pieno giorno guida i Magi verso il luogo dove il Verbo ha preso carne, per dimostrare misticamente che il Verbo contenuto nella Legge e nei Profeti supera ogni conoscenza dei sensi e conduce le genti alla suprema luce della conoscenza”. Il nostro breviario, autentico florilegio, ci ha fatto ascoltare anche una lezione di Sant’Agostino sui due precetti dell’amore che Gesù ha riaffermato in modo nuovo con la sua nascita. Ci dice: “Siccome tu Dio non lo vedi ancora, amando il prossimo acquisti il merito di vederlo, amando il prossimo purifichi l’occhio per poter vedere Dio, come afferma chiaramente San Giovanni Evangelista: se non ami il fratello che vedi, come potrai amare Dio che non vedi?”.
Alla nostra Messa quotidiana del mattino, i tradizionali canti cechi creavano un’atmosfera di paradiso. Il cuore si sente spinto in alto e la musica ci fa penetrare nel mistero. Ancora più in alto ci hanno spinto i giovani, circa una cinquantina, che nel tempo d’Avvento, già alle sei del mattino cantavano alla Messa celebrata nel coro della nostra chiesa, rischiarata dalla luce delle loro candele. Sulla piazza antistante alla chiesa erano rappresentati con sagome dai colori vivaci, in grandezza naturale, i Magi con i loro cammelli in cammino verso Gesù Bambino. La chiesa per le festività natalizie è stata attiva nonostante il Covid-19 e la presenza dei praghesi, battezzati o no, in tali giorni è tradizione. Le mamme e le nonne portano i loro piccoli a salutare e a mandare un bacio a Gesù Bambino.
Ai miei confratelli non mancano nuove idee e iniziative per far vivere ai fedeli cechi la vita cristiana, accogliere i devoti dei diversi paesi e adornare la chiesa, attirando la meraviglia dei visitatori. Io ho incontrato cristiani egiziani, marocchini, indiani, americani, italiani, francesi, belgi, spagnoli, anche mongoli e, il 27 dicembre, ho vissuto un momento di particolare gioia. Saluto una mamma cristiana con i suoi tre figli: Ayla di 7 anni, Peter di 12 e Talia di 15. Vengono da Amman, capitale della Giordania. M’informano che, a differenza degli altri paesi arabi, i 20.000 cristiani nella loro città vivono in pace in un quartiere loro riservato. Li fotografo con una famiglia filippina del New Jersey (U.S.A.). Nello stesso momento al gruppo si aggiungono un signore dell’Ambasciata del Brasile a Praga, un cristiano egiziano, una famiglia della Colombia e un’altra del Portogallo, tutti attirati da Gesù Bambino. Ho affidato ai giordani immagini con la preghiera in arabo per la loro chiesa di Amman, all’egiziano immagini per la chiesa di Santa Teresina al Cairo che si trova nel quartiere di Shubra. L’idea di affidare ai devoti le immagini di Gesù Bambino per la loro chiesa dà modo di far giungere il sorriso di Gesù in molti Paesi. P. Raffaele Mendoza, già nostro procuratore generale a Roma, da Lima scrive che è giunta una signora a consegnargli queste immagini. L’amico Angel Perez le ha consegnate a Valladolid, in Yucatán e a Cancún in Messico. Affidate a Elnur Iskandarov, studente musulmano dell’Azerbaigian, il sorriso di Gesù Bambino è giunto a Venezia: il 30 dicembre ricevo una foto dell’amico con p. Piero, carmelitano scalzo, con la scritta: “missione compiuta!”.
Questi giorni mi hanno regalato un’esperienza rara: un giovane musulmano mi chiede di confessarsi. Ero impegnato e mi ha atteso pazientemente per un’ora seduto davanti alla sacrestia. Finalmente lo ascolto. “Sono triste – mi dice quasi piangendo – ho frequentato un luogo non buono e vorrei confessarmi”. Come potrei confessare un musulmano? Rifletto che anche loro, come noi cristiani, invocano la misericordia di Dio e lo invito a chiedere perdono. Gli do una corona del rosario che ho portato personalmente dall’India. La sgrana recitando la giaculatoria coranica “lode a Dio misericordioso”. È rasserenato e mi ringrazia.
I confratelli della comunità carmelitana di Yaoundé non conoscevano la nuova chiesa dedicata al nostro Gesù Bambino nella loro città a Olezoa -Yaoundé. Ne hanno informato, il primo novembre 2021, P. Agnelo Rebelo i coniugi camerunesi Anne e Patrick Dawah, residenti in Germania.
Dal Camerun passiamo alla confinante Repubblica Centrafricana, dove tramite la nostra mostra missionaria mi trovo più volte al giorno. Posso far ammirare e amare le grandi opere realizzate dai confratelli anche con la mia gioiosa collaborazione nei 45 anni di servizio come Procuratore della Missione stessa. Il 50° anniversario della sua nascita, nel 1971, è stato celebrato a Bozoum, dove in quell’anno arrivarono i primi quattro missionari, forieri del Carmelo teresiano nella R.C.A. Un messaggio da p. Marco Poggi, parroco, fa vivere anche nel mio cuore la sua grande gioia. La festa è stata una grandiosa manifestazione di vita descritta vivacemente nelle pagine seguenti che daranno anche informazioni delle opere in costruzione nella missione del Carmelo di Bangui che avevo modestamente iniziato io stesso nel 1998. Il 19 dicembre, i fedeli faticano a trovare posto nella grande chiesa di Bozoum, dove erano ordinati sacerdoti fra Jeannot-Marie e fra Martial, giovani carmelitani. Il 50° anniversario della missione non poteva avere una conclusione migliore. Con i due novelli sacerdoti sale a dodici il numero dei Carmelitani Scalzi del Centrafrica, proprio come gli Apostoli.
Unito ai missionari in Africa e ai confratelli della mia comunità di Praga, invoco la benedizione di Gesù Bambino che ci invita a seguirlo e porgo i migliori auguri per il 2022.
p. Anastasio