Tutta la mia vita è stata un continuo e stretto legame con il Bambino Gesù di Praga. Lui mi ha voluto nel suo seminario ad Arenzano dove poi, come sacerdote, ho operato per circa trent’anni. Il benemerito Card. Miloslav Vlk ha voluto i Carmelitani Scalzi a Praga per dar vita alla chiesa che, dopo la loro espulsione nel 1755, era completamente abbandonata e in un degrado inimmaginabile. I superiori di Roma hanno accolto l’invito del Cardinale ed hanno affidato questo compito ai Padri del Santuario di Arenzano ed io sono stato inviato a Praga nel 1993 con il compito di realizzare tale obiettivo.

Sia nel mio lungo soggiorno in Italia, ad Arenzano, come qui a Praga non mi sono stancato di donare statue di Gesù Bambino a chi voleva diffondere la sua devozione. Il Piccolo Re è giunto nella Chiesa cattolica di Pechino (Cina) tramite diplomatici francesi. I pellegrini dello Sri Lanka, residenti a San Pietroburgo, ne hanno voluto una nella loro chiesa. Un grande pioniere del Carmelo in Giappone, Padre Pierluigi Pertusi, ha portato una statua da Arenzano a Tokyo. E numerose sono le statue che io stesso ho portato in India: a Mumbai, Mangalore, Bangalore e, recentemente, in Kerala e a Paleru nell’Andhra Pradesh. Una è arrivata a Chicago – Des Plaines (Illinois, USA) nel monastero carmelitano quando la fondatrice, Madre Katherine, stava morendo. Le monache mi avevano informato del sorriso della morente alla statua appena giunta al monastero. Dalla priora delle carmelitane di Coimbra (Portogallo) avevo ricevuto la foto di Suor Lucia con in braccio la statua del Bambino Gesù che avevo inviato alle monache tramite la signora Paola Branca, medico della comunità. Anche le monache dei due monasteri di Ávila (Spagna), “San Giuseppe” e “Incarnazione”, venerano la replica della nostra statua, dono della comunità. Continuare sarebbe troppo lungo… perché ne avrei ancora altre per ogni continente.

La mia attuale visita in India ha gli stessi obiettivi: diffondere ulteriormente la devozione a Gesù Bambino in questo grande Paese e ricordare il 25° anniversario del ritorno dei carmelitani a
Praga, nella loro chiesa.

Sabato 15 dicembre ho benedetto e consegnato la statua di Gesù Bambino al signor Dominic Gary nella cappella delle suore CMC a Vengoor – Kochi. Ringrazio suor Anil e la Madre Provinciale che, con la loro presenza, rendono ancora più solenne la cerimonia. Da anni il signor Dominic Gary ci inviava frequenti messaggi con la richiesta di una statua di Gesù Bambino per diffonderne la devozione in Kerala. Ho donato la statua avendo ottenuto buone referenze a suo riguardo e mi rendo conto, a distanza di poco tempo, del lavoro che il signor Gary sta portando avanti.

L’amico Francis Mirandah mi aveva raccomandato, in occasione del mio viaggio in India, di incoraggiare il rev.do Padre Shleevappa e i suoi parrocchiani nella devozione a Gesù Bambino con il dono di una statua. Inoltre ho voluto fare una visita, seppur breve, al santuario di Gesù Bambino a Enjala, alla periferia di Hyderabad, che visitai molti anni orsono. Dal libro dei pellegrini ho notizia di un gruppo nella nostra chiesa da Enjala nel 1990!

Martedì 18 dicembre Suor Jossy mi attende a Amritsar (Punjab). Ci eravamo incontrati nel 1991. È affascinata dalla figura di padre Leopoldo Beccaro, fondatore del Santuario di Arenzano e cofondatore della sua congregazione religiosa Congregazione della Madre del Carmelo, diffusa in tutto il mondo. In India conta oltre 6.000 suore e 800 scuole, tre delle quali sono a Jalandhar, dove ho trascorso la notte. Durante la sua attività missionaria in Kerala  dal 1860 al 1877, anche Padre Leopoldo Beccaro ha promosso la devozione a Gesù Bambino. La suora sta preparando la biografia di questo grande carmelitano purtroppo sconosciuto, ma vivo nel cuore delle sue figlie. Egli è un grande benemerito della chiesa siro-malabarica alla quale appartiene San Ciriaco Elia Chavara, primo cristiano canonizzato dell’India. Padre Leopoldo, dopo la morte del santo, ne scrisse immediatamente la vita e ne distribuì le reliquie. Egli è per noi carmelitani, secondo una felice espressione di Padre Davide Sollami, il “Gate of India”, la porta dell’India.

Padre Anastasio Roggero