Il pellegrinaggio

Fin dai preparativi s’intuiva che sarebbero stati tanti i giovani partecipanti.
Per l’occasione, gli scout hanno fatto servizio d’ordine per tenere unito il gruppo durante la marcia lunga 30 Km e intervallata da pause di preghiera nei villaggi attraversati lungo il cammino.
Per la prima tappa è stata scelta la bellissima chiesetta del villaggio di Doussa, piccola ma originale per l’altare di pietra intagliata; qui P. Aurelio Gazzera, parroco e guida del pellegrinaggio, con una meditazione su San Paolo ha dato il tono spirituale ai primi chilometri, fatti in silenziosa preghiera: 351 giovani in marcia, 351 cuori in preghiera sono stati una testimonianza semplice ma efficace.
La savana non dava chiari punti di riferimento, il paesaggio simile e quasi monotono illudeva le distanze percorse e da percorrere. Ma i canti, intonati spontaneamente negli ultimi 4 Km, sono stati il segnale evidente di quanto tutti si sentissero vicini alla meta. La marcia aveva passi di danza e si arricchiva del suono dei fischietti e dei battiti delle mani.
La polvere rossa della pista sterrata colorava i vestiti e i visi sotto un sole esageratamente caldo. Per l’occasione, l’infermiere Giorgio Grandicelli e il giovane William Erboli, oltre alla borsa del pronto soccorso, hanno trasportato acqua in fusti da 200 litri per riempire le borracce di tutti.

L’accoglienza del villaggio di Manga ci ha sorpresi già lungo la strada, con un vivace e colorato corteo venuto incontro ai giovani pellegrini agitando rami verdi per accompagnare gli ultimi 10 minuti di cammino. Nonostante la fatica accumulata nelle 6 ore di cammino sotto il sole, i giovani hanno festeggiato l’arrivo al villaggio danzando attorno a due tam-tam suonati fino a sera. Padre Thierry-Charles, che da un anno guida i cristiani di tutti i villaggi intorno a Bozoum, porta la cena: riso e fagioli per tutti, prima di stendere le stuoie per la notte.

Il giorno dell’inaugurazione

La luce dell’alba dà risalto alle pietre chiare della nuova chiesa, finita da soli 10 giorni con l’aiuto di Giovanni Viola, muratore di Venegono (Varese). Tutti indossano il vestito a festa, diventando quasi irriconoscibili rispetto alla vigilia.

Il vestito della domenica è sempre custodito con cura da questo popolo che durante la settimana sembra non avere di che vestire. Padre Thierry confessa già da un’ora. L’inizio della S. Messa, prevista alle ore 8.30, slitta di un quarto d’ora perchè la fila fuori dal “confessionale” (una panca della chiesa) non è ancora esaurita. Vesti liturgiche rosse per i ministranti, vesti bianche per i catechisti, la corale nelle prime file… tutto è pronto! Durante la S. Messa, cuore della festa, tutti hanno portato il proprio dono all’altare: banane, manioca e i frutti del lavoro nei campi. L’ora del pranzo si avvicina e, mentre le donne impastano la manioca e cucinano il vitello, riprendono le danze animate dai giovani dell’azione cattolica “Aita Kw”.

Il rientro a Bozoum – rigorosamente a piedi – ha rivisto il corteo dei giovani attraversare 30 Km di savana per raggiungere le proprie case prima che il sole tramontasse. I giovani di Bozoum hanno davvero inaugurato bene la casa di Dio a Manga!

Ilaria Damonte e Cristina Sollami, volontarie in missione