Gesù Bambino di Praga è stato nuovamente protagonista di una puntata di “Bel tempo si spera”, il programma di approfondimento di Tv2000.
Gennaio è il mese dedicato a Gesù Bambino: «Iniziamo l’anno con Gesù Bambino in tutto il mondo – ha spiegato in diretta padre Davide Sollami – non semplicemente ad Arenzano. Abbiamo visto nei giorni scorsi feste in India, in Repubblica Centrafricana».
Come è arrivata nelle nostre case la fede in Gesù Bambino di Praga?
Ma come mai noi abbiamo bisogno di affidarci a un bambino, un “piccolo Re”? «Nelle nostre case la devozione per Gesù Bambino è arrivata un po’ grazie ai frati carmelitani scalzi che lo custodiscono ad Arenzano e Praga. È una devozione carmelitana, o meglio, è una devozione che i carmelitani custodiscono e trasmettono. Il bambino l’ha ricevuto per primo Santa Teresa d’Avila, la statuetta è stata donata a una famiglia di Praga nel ‘600, ma in realtà è spagnola, ed è nata dall’amore e dal dialogo tra Santa Teresa d’Avila e il Bambinello. Questa relazione, questo dialogo costante di amicizia, ha sbloccato la fede di Santa Teresa che ha trovato la sua vocazione di monaca, e ha voluto trasmettere questa devozione prima di tutto alle sue monache, e poi di lì ai carmelitani, il ramo maschile, e poi a tutte le famiglie e in tutte le case. Noi siamo testimoni di famiglie che pregano il Bambino nelle loro mura casalinghe ed è la cosa più bella».
I vestitini di Gesù Bambino
I vestitini di Gesù Bambino sono realizzati da padre Ludovico Centra, agostiniano: «Quando ero parroco mi capitò il caso di una bambina grave e così, non sapendo cosa poter fare per rasserenare questa bambina, con tutti i bimbi della parrocchia feci una Novena a Gesù Bambino di Praga. Quando questa bambina, da casa, arrivò all’ospedale del Bambin Gesù di Roma, era scomparsa la grave difficoltà che l’aveva paralizzata dalla vita in giù. Per ogni piccola necessità io mi rivolgo a Gesù Bambino e alla Madonna Santissima; mi sono sempre trovato aiutato e consolato, e così tante famiglie che poi hanno ricambiato l’amore portandomi la stoffa per fare i vestiti. Tante stoffe mi vengono regalate, mia mamma mi ha sempre insegnato a fare le cose più semplici, poi piano piano per necessità ma anche per affetto, ho imparato a fare i vestitini per Gesù Bambino. La prima persona mi donò un bel pezzo di stoffa bianco damascato, mi chiese se ne avessi bisogno per fare un vestito a Gesù Bambino. Ci pensai, e poi dissi, perché no? E se non sono capace mi faccio aiutare. Iniziai così con ago e filo, a fare quello che potevo».
E in effetti Santa Teresa d’Avila diceva di trattare Gesù Bambino come il proprio figlio, prendendosene cura.
Tanti fedeli arrivano ad Arenzano per Gesù Bambino
«Tutti i giorni qui al santuario di Arenzano passano famiglie – dice padre Andrea Frizzarin – gruppi di pellegrini, spesso siamo testimoni delle grazie che Gesù Bambino opera in tanti cuori. Tante famiglie ci raccontano la nascita di un figlio che desideravano tanto, tante grazie di guarigioni inspiegabili, malattie rare che sono scomparse, persone che vengono qui anche dopo un incidente, citò ad esempio il crollo del ponte Morandi». Parlano anche i fedeli, in relazione al tragico episodio del 14 agosto 2018 di Genova: «Il crollo del ponte Morandi è stato l’inizio della mia conversione – spiega una fedele – sono andata a Sampierdarena, sono passata su quel ponte come tutti, quando stavo risalendo per uscire a Genova Ovest ho sentito un rumore molto forte, come un tuono, dallo specchietto vedevo tutto grigio ma pioveva molto, non ho realizzato quello che è successo, l’ho realizzato dopo, e alla radio ho sentito quello che era appena successo. Lì mi si è aperto il cuore, il giorno dopo spinta da una cara amica sono venuta al santuario, sentivo di dover venire qua, dopo 30 anni mi sono confessata, ho ringraziato Gesù».
L’olio benedetto
L’olio benedetto, mostrato in trasmissione, è un segno importante che serve a riportarci ai sacramenti e a Gesù: «Se non serve a portarci a Gesù allora è un talismano – spiega ancora padre Davide – e non andrebbe bene. Mentre il sacramento, come l’unzione degli infermi, lo amministra un sacerdote, questo lo può usare chiunque anche per una richiesta d’aiuto, segnandosi con l’olio benedetto sulla fronte o sulla parte malata, e siamo testimoni di tanti aiuti che Gesù dà. Non bisogna cercare il sensazionale, se questo olio benedetto ci aiuta a convertirci, è già il primo miracolo».
I ragazzi del seminario
Il seminario di Arenzano accoglie anche tanti ragazzi: «È una bella realtà vivace – spiega padre Andrea – una comunità giovane, i ragazzi danno un tocco speciale. Vengono tante famiglie che magari affidano a Gesù Bambino i loro figli, e questi ragazzi rimangono poi sempre in contatto. Anche quest’anno che abbiamo avuto il problema del distanziamento abbiamo organizzato iniziative virtuali».
Tra i giochi che normalmente si fanno, padre Andrea ama quelli di prestigio. «Ho delle carte, sull’esempio di Don Bosco, sono immagini di Gesù Bambino sulla colonna che c’è ad Arenzano; ogni tanto mi metto sulla piazza, fermo le famiglie e i ragazzi, chiedo se conoscono Gesù Bambino. Alcuni dicono sì, altri no. Allora dico che Lui vuole diventare loro amico: come si fa? Basta firmare la carta stipulando un contratto di amicizia con Gesù per sempre. Allora i ragazzini normalmente firmano la carta, e quando è firmata, la prendo, la metto sulla loro mano, e chiedo se credono ai miracoli di Gesù Bambino. E quando giro la carta, l’immagine di Gesù Bambino è sparita. A quel punto i giovani rimangono un po’ stupefatti. E dov’è andato Gesù? Nel loro cuore».