Siete tutti invitati a una bellissima mostra: quella della fotografa Vera Baiardi che è stata con noi in Centrafrica e ha realizzato un reportage ricco di colori, emozioni, vita:
“Radici e resilienza – Uno sguardo autentico ai villaggi del Centrafrica” vi aspetta da martedì 22 a domenica 27 agosto al centro polivalente Gino Strada di Arenzano (lungomare Stati Uniti 1) in provincia di Genova. La mostra sarà aperta ai visitatori dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 22,30.
L’inaugurazione si terrà mercoledì 23 agosto alle 21 (si potrà seguire la diretta sui canali di Radio Arenzano). Segue rinfresco.
È inoltre possibile acquistare le foto: il ricavato sarà devoluto alle Missioni.
La mostra
L’Africa è la culla dell’umanità, la vita si è sviluppata lì all’inizio e quando tutto il mondo dovrebbe considerare l’Africa come la Terra Madre, quindi “Radici”.
Resilienza, un termine spesso abusato ma non in questo caso perché i centrafricani sono “campioni” di resilienza: la loro vita è costellata di eventi traumatici, come i tentativi di colpi di Stato, aggressioni di ribelli, la mancanza di medici, medicine e servizi basilari, la difficoltà di reperire acqua potabile…
“Eppure sono sempre sorridenti”: lo abbiamo pensato tutti almeno una volta nella vita. Anche in queste foto vedrete bambini sorridenti. Sono felici? Certo, anche nelle difficoltà tutti cerchiamo e cogliamo attimi di felicità, come potremmo andare avanti nella vita se non avessimo questa capacità? Questi bambini e adulti, a differenza nostra, non hanno grandi aspettative. Conoscono più di noi la precarietà della vita e per questo sanno godere dei momenti di felicità quando si presentano.
Uno straniero che ti chiede come stai, come vivi, è un fratello che non conoscevi ancora. Allora ti sorridono, si lasciano fare una foto che vogliono subito vedere sullo schermo della macchina fotografica. Si guardano e ridono. In un Paese dove gli specchi non sono presenti in ogni bagno, perché in casa non c’è proprio il bagno, lo schermo della macchina fotografica restituisce la tua immagine. È un momento da raccontare e forse anche la speranza che tu, che gli hai scattato la foto, non ti dimenticherai di quell’incontro.
Certamente un viaggio di due settimane non è sufficiente per comprendere fino in fondo la quotidianità di una popolazione che vive in un modo e in un modo così diverso dal nostro. Ma mi sono lasciata guidare dalla mia emotività e come ha scritto Isabel Allende: “La macchina fotografica può rivelarti i segreti che l’occhio nudo o la mente non colgono”.
Vera Baiardi, curatrice delle fotografie esposte