Praga, 2 maggio 2023, Sant’Atanasio
Cari amici di Gesù Bambino e delle missioni,
saluti e benedizioni a quanti in questi anni trascorsi ho avuto occasione d’incontrare ad Arenzano e a Praga, dove il mio orizzonte si è ampliato. Ricordo nella preghiera tanti volti sempre vivi nella mia memoria. Il nostro cuore è in festa per la solennità di Gesù Bambino, la prima domenica di maggio. Anche gli ippocastani davanti alla chiesa sono in fiore, mentre i manghi della missione a Lui dedicata offrono i loro gustosi frutti.
Celebriamo oggi un grande dottore della Chiesa, Sant’Atanasio, vescovo di Alessandria d’Egitto. Fu un difensore della Divinità di Cristo. Egli ci dice: “Il Verbo di Dio, immateriale e privo di sostanza corruttibile, si stabilì tra noi. Egli stesso si costruì nella Vergine un tempio, cioè il corpo e, abitando in esso, ne fece un elemento per potersi rendere manifesto”. Il dottore della Chiesa si riferisce al mistero dell’Incarnazione, venerato nel nostro caro Gesù Bambino dai fedeli di tutti i continenti. Ce ne domandiamo il motivo. La risposta che è offerto da p. Emmerico di Santo Stefano, già priore del convento (+ 1756), poi eletto Superiore dell’allora Provincia Austro-Ungarica. Uomo di cultura, descriveva la storia della nostra chiesa narrando l’opera di p. Cirillo della Madre di Dio e i miracoli che ne seguirono nel suo libro “Il Piccolo e il Grande Praghese”. Lo scritto fu tradotto nelle principali lingue europee del tempo e venne conosciuto oltre i confini del paese che lo aveva visto nascere e gli fu aggiunto il titolo di “grazioso” o “miracoloso”. Infatti è conosciuto nel mondo per i suoi numerosi miracoli. Tuttavia uno dei più grandi miracoli operati da Gesù Bambino, dei quali sono testimone io stesso con i miei confratelli, è lo sviluppo delle nostre opere nella Repubblica Centrafricana, timidamente iniziate nel 1971. Due erano le difficoltà: la prima, la mancanza di sacerdoti. Infatti, perché potessero partire quattro missionari, si chiuse un nostro convento a Genova.
La seconda, la difficoltà economica. La missione appena nata non era conosciuta e sostenuta da tanti amici come oggi. Il mese scorso è stato celebrato il Capitolo. Il nuovo Superiore Provinciale è p. Federico Trinchero che, dopo quattordici anni di ministero in Centrafrica, dovrà ora servire le comunità della Liguria, oltre alla sua Missione. Ha scelto come primo consigliere p. Domenico Rossi che, dopo il servizio in Camerun, è rientrato in Italia. I missionari sono ben lieti di queste scelte e ne sono anche onorati. P. Saverio Gavotto, Superiore Provinciale per sei anni, ha sottolineato come negli ultimi cinquant’anni, la nostra Provincia religiosa si sia estesa in “tre paesi molto differenti tra di loro, ma nello stesso tempo animata da un forte desiderio di unità”. È una constatazione che mi dà gioia perché i miei confratelli mi hanno affidato due incarichi che, nonostante i miei limiti, con la grazia del Signore, hanno contribuito a tale sviluppo: animatore vocazionale dal 1969 nel Seminario di Arenzano, culla della crescita constatata da P. Saverio. E poi Procuratore della Missione in Centrafrica, cioè il compito di trovare i mezzi affinché i missionari potessero svolgere il loro lavoro. P. Saverio continua dicendo che la nostra Provincia è in buona salute con i suoi quattordici conventi. L’ultimo triennio ha registrato una crescita da 92 a 99 religiosi. L’incremento riguarda principalmente la Delegazione della Repubblica Centrafricana, dove abbiamo cinque case con ventuno religiosi dei quali quindici sacerdoti. Il nuovo convento in costruzione a Bangui sarà un centro di spiritualità per la capitale che, pure essendo nata alla periferia della città, ne è stata attratta. P. Federico ci allieta parlandoci dell’ondata di giovinezza che vive nelle Missioni. Ricorda alcuni avvenimenti dello scorso triennio: sei frati hanno professato i voti solenni, abbiamo avuto tre sacerdoti novelli, dieci novizi e otto studenti carmelitani.
Ulteriori buone notizie arrivano da P. Marcello Bartolomei, da poco rientrato nella missione: a Sant’Elia ha trovato la comunità impegnata a portare avanti anche la piccola azienda di ortaggi e allevamenti. Si dividono questi due settori principalmente p. Marco, maestro dei novizi, e p. Jean Baptiste. P. Marcello è un esperto conferenziere e scrittore anche in lingua sango. Ha pubblicato un libro di preghiere, uno per le coppie cristiane e una traduzione del Vangelo. In una mia recente visita lampo in Italia ho avuto il piacere di rivedere p. Norberto Pozzi in una struttura sanitaria a Varazze, confortato dai confratelli a lui vicini. Colpito da un’esplosione il 10 febbraio scorso, speriamo che una protesi gli permetta di recuperare l’uso del piede sinistro che gli è stato amputato. La preghiera gli dà la forza di programmare un prossimo ritorno in terra africana, dove sarà accolto con gioia e dove spero anch’io di rivederlo un giorno. E a Praga? Partiti dall’Italia nel 1993, i primi passi sono stati faticosi, poi più veloci, come quelli dei giovani studenti che incontro nella nostra chiesa, aperta anche ai non battezzati. Li saluto mentre sfilano veloci dal corridoio del convento alla sacrestia, in un’atmosfera molto raccolta, “portata” da devoti che giungono da molto lontano. Nel triennio scorso la nostra presenza in Cechia ha fatto un importante passo con la nuova attività iniziata nell’ex monastero. È stata battezzata “Fortna” e occupa uno dei punti più noti della capitale: la piazza del Castello. Vuole essere un luogo in cui la proposta spirituale diventi strumento di Evangelizzazione. Chiudo chiedendo agli amici una preghiera di ringraziamento al Signore per il 60° anniversario della mia Ordinazione Sacerdotale, avvenuta a Roma il 21 aprile 1963. Anch’io rendo lode a Dio per avermi voluto a Praga dal 1998 e per avermi concesso di aver dato inizio, sempre nel 1998, a quello che ora è il grande Carmel di Bangui, orgoglio dei confratelli e benefattori.
Lascio il compito ad Amicizia Missionaria di portarvi sulle strade che legano i cinque centri della missione che arricchiscono il paese e sono motivo di speranza!
Assicuro la mia povera preghiera e imploro celesti benedizioni.
p. Anasasio