Il viaggio che mi ha legato per quasi una vita alle missioni carmelitane in Centrafrica inizia, con grandi difficoltà, nel 1975, quando l’incarico di procuratore è affidato a p. Anastasio e la nuova sede dell’ufficio missionario viene spostata da Genova ad Arenzano.
La dotazione iniziale, molto spartana, era un sacchetto di plastica contenente un “registro di cassa”, una macchina per scrivere del 1969 e della carta intestata. Lo schedario cartaceo è esempio di quanto gli inizi fossero umili e, nello stesso tempo, determinati.
Nel 1977 p. Anastasio ideò l’“essenza di Lavanda pietrabrunese” per sostenere le missioni. In casa nostra abbiamo provato a riempire con una semplice siringa alcune boccette. Il risultato è stato fallimentare: la siringa si bloccava. L’apporto dei frati dell’Antica Farmacia Sant’Anna, a Genova, è stato determinante e ha permesso di diffondere la preziosa essenza in tutto il mondo.
Con Claudia abbiamo collaborato per oltre trent’anni, unite nell’obbiettivo di dare una mano alle missioni carmelitane, avvertite sempre più “nostre”. Oggi mi sento coinvolta ancora di più per la presenza in Centrafrica dei miei figli gemelli, p. Matteo (dal 2013) e di p. Marco (dal 2020).Fino alla metà degli anni ’80, i missionari erano anche gli attesi “postini” a cui erano affidate lettere per parenti e amici: per mesi non era possibile scambiarsi notizie. Poi un contatto radio settimanale ha “avvicinato” i missionari e, soprattutto, in momenti difficili come durante i colpi di stato.
Il primo deposito per stoccare il materiale destinato all’Africa è sistemato da p. Renato Aldegheri nei locali ricavati nel convento, montando scaffali fatti di tubi e assi per ponteggi. Con p. Vittorino Corsini abbiamo preparato i primi container, coinvolgendo gli amici per imballare e caricare all’aperto.
Dal 1989, anno in cui comincia la collaborazione di Angelo, mio marito, è disponibile l’attuale magazzino che ha permesso, insieme ai colleghi Domenico Vernazza e Paolo Enrico Spadaccini, e ai volontari, di preparare il materiale stivato su numerosi container.
Negli anni ‘90 casa mia era diventata una “succursale” dell’ufficio missionario: amici, collaboratori e missionari di varie congregazioni facevano riferimento a me e mio marito. Grazie al dinamismo di p. Anastasio abbiamo viaggiato, senza muoverci da Arenzano, “raggiungendo” anche il Kenya, l’India, la Croazia e, finalmente, Praga. A causa della guerra d’indipendenza in Croazia, nel 1991, con l’aiuto di numerosi benefattori, i Carmelitani di Zagabria hanno potuto distribuire viveri a tante persone sfollate. Trent’anni fa alcuni amici hanno costituito l’Associazione “Amicizia Missionaria ONLUS”. Nel 1991 il periodico “Ragazzi in gamba” è cresciuto diventando “Amicizia Missionaria” che ancora oggi porta i colori e le notizie delle missioni in tutto il mondo.
Immagini e racconti dei missionari e volontari sulle novità da Yolé, S. Elia e Carmel di Bangui, affollano i ricordi. È stata un’emozione aver conosciuto p. Maurice Maïkane, primo carmelitano centrafricano a essere ordinato sacerdote… fino a fra Jeannot, ordinato diacono nel 2021, e l’opportunità di avere vicino p. Nicolò Ellena, uno dei fondatori della missione.
Aurelia Giordano
I miei 38 anni “ai cento all’ora”
I 50 anni di storia della missione carmelitana nella Repubblica Centrafricana sono legati a doppio filo alla mia vita. La missione nella Repubblica Centrafricana è cresciuta e… anch’io con lei. Rivedo incontri e lavoro, gioie e distacchi… È il 1982 quando p. Anastasio, che mi conosce fin da bambina, mi chiede di collaborare nell’ufficio missionario. Così comincia la mia “avventura” di impiegata: lavoro con Aurelia e in seguito anche con suo marito, Angelo.
Mi vengono affidate le mansioni di segretaria: oltre a rispondere alle numerose telefonate, comincio a dattilografare – con una mitica “Olivetti” – lo schedario degli indirizzi dei pellegrini conosciuti ad Arenzano. A ciascuno degli amici, collaboratori e benefattori l’ufficio missionario invia un biglietto augurale per onomastici e compleanni.
In terra africana i padri missionari non risparmiano energie: costruiscono chiese, nuove stazioni missionarie, conventi per la formazione dei religiosi, scuole, presidi sanitari, pozzi… Al nostro ufficio arrivano frequentemente le loro richieste. Per far fronte a tutte e per rispettare i tempi talvolta strettissimi, si lavora spesso “ai cento all’ora”, come ama ripetere p. Anastasio, ma la consapevolezza di poter contribuire a migliorare le condizioni di vita di molti poveri ci dà una carica che non deriva semplicemente dai nostri sforzi e dalla nostra buona volontà.
Nel 1996 p. Anastasio viene trasferito nella comunità di Praga, ma i contatti con lui rimangono quotidiani. Inoltre cresce la sinergia fra Arenzano e Praga: i ringraziamenti ai benefattori vengono inviati sia da Arenzano che da Praga.
Negli ultimi 25 anni mi sono occupata anche di adozioni a distanza: concretamente, mantengo i contatti con chi sostiene questa iniziativa benefica, recapitando loro materiale informativo e documentazione (pagelle scolastiche, fotografie, racconti…) raccolti dai padri in visita alla missione, come p. Renato Aldegheri, che ora è già in cielo, e poi p. Davide Sollami.
Durante il lockdown causato dalla pandemia da Covid-19 lavoro in smart working e a casa mia la sala si trasforma in un piccolo “ufficio missioni”. È un periodo molto difficile, ma umanamente ricchissimo: il contatto telefonico, epistolare o via mail con i numerosi benefattori, divenuti a loro volta poveri bisognosi di aiuto e soprattutto di preghiera, conforto e sostegno morale, mi dà molta forza. È un arricchimento reciproco: spesso ricevo più di quanto riesco a donare.
Dopo 38 anni, decido di sospendere la mia attività lavorativa. Ora sono “nonna a tempo pieno”. Nel cuore rimane, tuttavia, l’esperienza che ho vissuto in tutti questi anni accanto al Santuario e l’affetto che nutro per tutti i padri Carmelitani, missionari e non. Molti di loro sono già in cielo e continuano a sostenere – ne sono convinta – la missione, le nostre famiglie, i malati, i devoti di Gesù Bambino. La comunione nella fede mi accompagna anche oltre questi meravigliosi anni della mia vita.
Claudia Roba