Cari amici di Gesù Bambino,
saluti e benedizioni da Praga nella festa di San Tommaso che ravviva la nostra fede. Rileggiamo con San Gregorio Magno (540-604) il Vangelo di Giovanni (20,26-28). “Gesù […] disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Il Grande Papa dice ai suoi fedeli di Roma e a noi “Gesù, indicando a Tommaso la cicatrice delle sue ferite, guarì quella della sua incredulità. Questo non avvenne a caso, ma per divina disposizione. L’incredulità di Tommaso ha giovato a noi molto più riguardo alla fede che non la fede degli altri discepoli”. È noto che San Gregorio ha vissuto a Roma decimata dalla peste. La situazione che stiamo vivendo potrebbe indebolire la nostra fede a motivo delle ferite causate in tutto il mondo dal Covid-19 e dai disastri di vari fenomeni naturali come trombe d’aria e alluvioni. Ne ha sofferto anche la nostra Repubblica Ceca. Vogliamo ripetere anche noi con San Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”.
Rivolgo il mio saluto dalla collina di Petřin che sovrasta la città di Gesù Bambino, avvolta dal verde cupo della foresta e baciata dal sole. Le sue scale mi ricordano San Giovanni della Croce che ci invita a salire sul Monte Carmelo. Il pensiero con la preghiera corre lontano a quanti Gesù Bambino ha posto sulla mia strada e in particolare a chi è provato dalla sofferenza. Con il pensiero mi sento anche accanto alle sorelle carmelitane del Kerala (India), che oggi sono in festa ed elevano i loro canti melodici all’Apostolo San Tommaso, primo a portare il Vangelo in India. La loro fede non vacilla, nonostante le ferite inflitte loro e al popolo indiano dall’attuale pandemia.
Praga, come il resto del mondo, sta risvegliandosi. Il suono dell’organo invita i fedeli alla preghiera per la Messa quotidiana alle ore 9 e p. Victor riceve gentilmente in sacrestia i fedeli, ascoltando le loro richieste. Anch’io continuo il servizio all’accoglienza in chiesa, dove sorprendo alcuni giovani pachistani che studiano in Ungheria, salutandoli con una preghiera a loro nota, in lingua araba, e spiegando loro che l’immagine di Gesù Bambino si trova anche nella cattedrale cristiana di Karachi. L’incontro di un giovane francese, Thomas Arnould, di origine russa è una sorpresa per lui e per me. Di religione ortodossa, ha dimorato alcuni anni a Bangui perché suo padre era direttore dell’Alliance Francaise a Bangui.
La cronaca registra i coniugi Pavel e Lenka Lukas, giunti con i loro due bambini a ringraziare per una grazia ricevuta. Sono cechi che vivono in Texas (USA).
È interessante l’incontro con Isák, violista catalano di padre mussulmano. Vive in Israele, impegnato in un’orchestra di musica classica. Sua madre, malata di cancro, l’ha pregato di visitare la nostra chiesa. Gli ho dato la novena e l’olio benedetto.
Il signor Karam, sic libanese, con il figlio Michel, è spesso a Praga per lavoro. Confessa di cominciare ogni sua giornata con la preghiera a Gesù Bambino.
I coniugi Yan ed Eglantine Leclezio giungono dall’Isola di Mauritius; ringraziamo Gesù Bambino per i loro sette figli, uno dei quali già in Cielo. Conoscono i Carmelitani della loro isola che hanno ricevuto in regalo da noi la statua di Gesù Bambino.
Saluto un gruppo di giovani colombiani; uno di loro chiede una preghiera per la mamma all’ospedale per Covid-19.
Domenica 4 luglio celebra la Messa p. Wojciech Ciak, carmelitano polacco, conosciuto trent’anni fa ad Arenzano, dove era stato per imparare italiano. A fine giugno in chiesa, ho appena confessato una persona che ha problemi con la figlia, e incontro due scolaresche, due signore di religione buddista dalla Tailandia e, ogni giorno, nonni che mostrano ai nipotini l’immagine di Gesù Bambino.
Meritano una lode per la loro fedeltà, anche in questo periodo di pandemia i filippini che formano la corale per la Messa domenicale delle 12, celebrata in inglese da p. Agnelo Rebelo che è stato anche ospite in TV, su un canale ceco. Con p. Petr Glogar è partito per la Moravia per aiutare la popolazione che ha avuto danni alla propria casa a causa di una tromba d’aria. È stato accolto come “il sacerdote del santuario di Gesù Bambino di Praga che celebra la Messa in inglese”.
Ora voliamo in Centrafrica. Buone notizie sono offerte nelle pagine seguenti. Da oltre un anno e mezzo non visito la missione. Agli amici che mi chiedono se l’Africa non mi manca, rispondo che non può mancarmi perché la porto sempre nel cuore. Non solo, quando mi trovo nella mostra missionaria, mi sento come in Africa ogni giorno. Grazie a Dio e la solidarietà degli amici, nonostante l’insicurezza politica del paese, i confratelli s’impegnano per favorire lo sviluppo spirituale ed economico del paese.
La costruzione del nuovo convento e della chiesa al Carmelo di Bangui creerà lavoro, impegnando molti padri di famiglia come operai. Il progetto della chiesa, già presentato in queste pagine di Amicizia Missionaria, ha spinto un amico a un generoso contributo e a manifestare la sua ammirazione con queste parole: “La facciata della chiesa mi piace e la parte superiore con il rosone centrale, oltre che essere una fonte di luce, qualifica la chiesa in una “cattedrale” carmelitana. Le vetrate policrome e l’arco africano saranno belle, originali e potrebbero significare il nuovo stile delle chiese carmelitane. Infine l’imponente campanile, di forma semplice ma slanciato, sembra voler congiungere simbolicamente la chiesa con il cielo; nella sua grandezza e meraviglia i fedeli devono sentire l’immensità e la potenza di Dio”. Il verde della natura che avvolgerà queste opere, sarà un ulteriore aiuto alla preghiera dei fedeli. Siamo molto grati a chi vorrà contribuire alla realizzazione dei progetti. Ringrazio Gesù Bambino al quale è dedicata la missione che compie il suo cinquantesimo anniversario e alla quale, con tanta gioia, ho offerto il mio servizio per ben quarantacinque anni. Le varie attività religiose, culturali, sanitarie, agricole e sportive offrono agli amici una testimonianza ricca di vitalità. Ringrazio in particolare le suore indiane della Congregazione della Madre del Carmelo (CMC) per il servizio che prestano da trenta anni nel seminario di Yolé dove hanno educato centinaia di giovani africani, tra i quali i dieci sacerdoti centrafricani. Agli amici che mi leggono rivolgo il mio ringraziamento, invocando la benedizione di Gesù Bambino.
P. Anastasio