Cari Amici,
la festa odierna giunge nei nostri cuori come un raggio di sole in un periodo buio. I Carmelitani e gli amici del Carmelo sono in festa in tutto il mondo. Il Carmelo di Bangui, particolarmente a Lei consacrato, si sente protetto sotto il Suo manto. La pandemia, arrivata all’improvviso, ha interrotto la frenetica corsa del mondo con blocchi obbligati che hanno frenato business e abbracci.
«Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti. Lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti e smarriti». Così Papa Francesco ha dipinto una situazione senza precedenti. Sono parole che egli ha pronunziato il 27 marzo, in una piazza San Pietro completamente vuota, luogo di adorazione eucaristica e di una benedizione Urbi et Orbi accompagnate solamente dal suono delle campane, misto a quello delle ambulanze: il sacro e il dolore.
Il Papa tuttavia ha anche detto che proprio questo tempo è propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile, con il realismo che solo il Vangelo può offrirci. Agli inizi della crisi scrivevo agli amici: «Saluti da Praga, che trema come il resto del mondo, ma fa giungere un sorriso incoraggiante di Gesù Bambino che ci assicura la sua protezione, anche se un virus minuscolo e invisibile ha sconvolto il nostro mondo» I tram che vediamo passare sulla via da- vanti alla chiesa per lungo tempo sono stati vuoti. Il Santuario è stato addirittura chiuso. Il mondo sta cambiando e anche nella nostra chiesa c’è qualcosa di nuovo. Sentiamo la mancanza delle visite di sudamericani, indiani, coreani, indonesiani… ma notiamo, con grande gioia, nuove presenze. Come il solito saluto gli arrivati chiedendo la loro provenienza: America? India? La risposta: «Siamo cechi». Replico: «Non è possibile! Da molti anni sono qui, ma cechi non ne vedo quasi mai. Voi non siete cechi». Il dia- logo continua e alla ne concludo: «Questa è una bella eccezione, ci voleva un’emergenza per portarvi da Gesù Bambino». Mi ringraziano sorridendo.
È cambiato qualcosa per noi e anche per me. In questi sette mesi non sono stato nella missione dove giungevo più volte all’anno. Tuttavia la missione mi raggiunge ogni giorno, tramite telefono, con richieste di aiuto. Posso rispondere, grazie a Padre Federico che fa conoscere la missione con la sua ammirabile penna. Mi ha colpito un fatto doloroso. Roxane, una ragazzina malridotta dopo essere stata investita da un’auto quando aveva sette anni, è rimasta di fragile salute. All’inizio di luglio, per cinque giorni, non si risvegliava da un coma profondo. Solo un’operazione che assicurava la sopravvivenza della paziente per il 50% poteva salvarla. La piccola si è risvegliata, ma senza parola, riacquistata dopo qualche giorno. È affidata alle cura della zia Letizia, perché pure la mamma è gravemente ammalata. La zia Letizia con l’aiuto della missione è diventata una brava sarta, fa dei bei vestiti e ora anche le maschere Covid-19, aiutata dalla nipote Roxane. Con il loro lavoro possono guadagnare per vivere ma non per pagare le spese di un’operazione chirurgica.
La settimana scorsa un pirata della strada ha investito Letizia lasciandola a terra priva di sensi. I ladri ne hanno approfittato per rubarle il poco che aveva nella borsa. La poveretta è stata portata all’ospedale, con la diagnosi di tre fratture alla gamba. A Bangui, senza previo pagamento, non si è operati. Grazie all’aiuto della missione l’operazione è stata effettuata, ma non mancano le complicazioni alle quali, con l’aiuto di generosi amici, dobbiamo far fronte. Ora Roxane, in assenza della zia, confeziona e vende le maschere Covid-19 ai clienti che vengono a cercarle a casa.
Posso far seguire una notizia più bella. Le piogge abbondanti dell’agosto del 2000 hanno irrorato le prime 1.400 palme da olio del Carmelo di Bangui. La loro storia è abbastanza “vivace” perché al Carmelo non c’era nessun pozzo, creato negli anni seguenti. La superficie del Carmelo era solo un terreno incolto. Attualmente le palme del Carmelo sono 15.000. Enormi piante tropicali ci invitano a proseguire il lavoro di riforestazione che arricchirà ulteriormente la missione. Purtroppo questo mio sogno è stato turbato da un grande incendio nel febbraio 2015 e da allora molto è stato fatto. Con l’ammirazione dei centroafricani stessi, abbiamo gli “alberi dei bruchi”, in questi giorni venduti a caro prezzo sui mercati del paese.
Altre cinquanta specie di piante stanno formando al Carmelo un “Santuario di verde“. Siamo incoraggiati in quest’opera da Papa Francesco nella sua enciclica “Laudato sì”.
La vita della missione procede vivacemente e le pagine di questo numero di Amicizia Missionaria ci aggiornano. Per chi naviga in internet, suggerisco il blog di padre Aurelio “Bozoum in diretta”.
In questi giorni i miei confratelli convenuti dall’Africa e dalla Repubblica Ceca sono riuniti in Capitolo a Bocca di Magra (La Spezia) per rinnovare gli incarichi. Come nostro superiore è stato rieletto per altri tre anni padre Saverio Gavotto al quale a nome degli amici porgo i migliori auguri, assicurando la preghiera che ci chiede. Imploro la benedizione di Gesù Bambino e saluto.
padre Anastasio