“Oggi Bangui diviene la capitale spirituale del mondo”.
Le parole di Papa Francesco rompono il silenzio sulla Repubblica Centrafricana e, finalmente, tutti ne parlano.
“A tutti quelli che usano ingiustamente le armi di questo mondo, io lancio un appello: deponete questi strumenti di morte; armatevi piuttosto della giustizia, dell’amore e della misericordia, autentiche garanzie di pace”.
E ancora: “La pace è un lavoro artigianale, si fa con le proprie mani!”
E anche nella lingua locale: “Ndoye! siriri!” che in sango significa: “Amore! Pace!”
La presenza del Pontefice in mezzo ai profughi è accolta come una liberazione. Ha toccano il cuore di tutti.
Il mondo, sconvolto dai recenti fatti di violenza, aspetta segni di riconciliazione e speranza.
E una speranza Papa Francesco ce la da, eccome.
Nonostante il coprifuoco e le strade bloccate…
Nonostante gli allarmi pubblicamente (!) lanciati dai servizi francesi…
Papa Francesco ha voluto fortemente raggiungere il cuore ferito dell’Africa, dove trafficanti e signori della guerra distruggono.
“Io voglio andare in Centrafrica, se non ci riuscite, datemi un paracadute” ha detto, scherzando con il comandante dell’aereo Alitalia in partenza da Roma.
La scelta di aprire la Porta Santa del Giubileo della Misericordia a Bangui, prima che a Roma, è un capolavoro del suo pontificato.
L’apertura e l’entrata nella Porta Santa è il simbolo del passaggio dell’uomo che rompe con il peccato ed entra nella Grazia di Dio, rompe con le tenebre ed entra nella luce, rompe con la guerra ed entra nella pace. E’ Gesù stesso a dirci «Io sono la porta» (Giovanni 10, 7) da attraversare per entrare nella sua Grazia.
Oggi la porta santa del Giubileo della Misericordia è aperta. Apriamo i nostri cuori alla Grazia!