Lavori in corso per asfaltare le strade alla Cattedrale… L’annuncio del Papa arriva anche via SMS in lingua Sango, la lingua locale.

Fremono i preparativi per l’arrivo di Papa Francesco. Come ci stiamo preparando? Non è facile dirlo.

Sentimenti di speranza e gratitudine per la scelta del Papa di venire a Bangui si alternano a sentimenti di frustrazione di fronte ai continui attacchi nella capitale. Ancora in questi giorni alcuni quartieri sono teatro di combattimenti e di saccheggi…

Siamo trepidanti perché non sappiamo con certezza se potrà fare questa tappa, anche se il Santo Padre ci tiene molto. C’è da pensare alla sicurezza del Papa, ma anche alla sicurezza di chi vorrà venire a vederlo nelle celebrazioni o per le strade.

Ma il bello è che comunque l’attesa è tanta. I Centrafricani, dagli alti funzionari alla gente più semplice, capisce che la visita di Papa Francesco è un momento straordinario.
È il primo viaggio di Papa Francesco in Africa ed è proprio lui che ha voluto e insistito per venire nella Repubblica Centrafricana. Papa Francesco non ha la bacchetta magica, non ha mezzi come le Nazioni Unite, non ha armi. Umanamente la sua visita non risolverà i grossi problemi del Centrafrica, in guerra dal 2012, ma porta e incarna la presenza di Cristo, la Sua passione per i deboli e per chi soffre, l’Amore di Dio Padre che ama e perdona. Aprirà proprio qui a Bangui la Porta Santa del Giubileo della Misericordia: un gesto enorme, che mette il Centrafrica al centro del mondo della Misericordia.

È per questo che speriamo che venga. E che speriamo che la sua voce sia accolta e ascoltata con attenzione. Perché le cose possono cambiare.

Padre Aurelio Gazzera

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