Da Bangui a Bouar: le Missioni che aiutano il Centrafrica a rinascere

2019-03-21T12:00:54+00:006 Ottobre 2018|News|

Cari amici,

vi giunga gradito il mio saluto da Bangui!

Già di primo mattino, ho incontrato gli artigiani che mi hanno offerto i loro collage fatti a mano invitandomi ad acquistarli affinché i loro figli possano frequentare la scuola. Alu Romuald è uno studente universitario nato nella foresta e per lui la vita in capitale è cara. Per mantenersi fa l’artigiano, lavora il legno e mi offre graziose sculture che ritraggono Gesù Bambino. Padre Arland, accompagnandomi durante la visita nelle coltivazioni della nostra piantagione, mi mostra studentesse universitarie che lavorano nell’orto. Il salario serve loro per le spese della scuola che sta per iniziare. Al Carmelo oltre cento giovani curano le piante tropicali nel vivaio. Siamo fedeli all’esortazione di San Giovanni Paolo II che, nella sua visita a Bangui nel 1986, aveva raccomandato ai missionari di aiutare i centrafricani a coltivare la loro terra. Il Carmelo infatti avvierà presto una scuola di agronomia.

Ho dedicato poi due giorni alla visita alle tre missioni di Baoro, Bouar Sant’Elia e Yolé. La gioia di incontrare i confratelli ripaga la fatica di percorrere in otto ore 460 km. di strada, in pessime condizioni, da Bangui a Bouar. Siamo nella stagione delle piogge e tutto è ridente. I bambini che incontriamo cantano felici. A Baoro ci attendevano i piccoli della scuola materna “Il Germoglio”. Preparati dall’istitutrice, la signora Mariette Dik, hanno mimato magistralmente la parabola evangelica del Figliol Prodigo che riceve dal Padre la sua eredità in simboliche banconote e la sperpera conducendo una vita dissoluta. Il Figliol Prodigo spogliato delle vesti vorrebbe condividere il cibo con i porci, ma non gli viene concesso e decide perciò di tornare dal padre che lo accoglie amorosamente e gli fa indossare vesti preziose. Alla missione ci hanno accolti i Padri Maurice e Odilon; insieme abbiamo atteso l’arrivo di Padre Stefano dall’ospedale di Bossentelé.

Da Baoro passiamo a Bouar e raggiungiamo il seminario della Yolé che ospita una settantina di giovani impegnati nella preghiera, nello studio e nel lavoro dei campi, sotto la guida del Padre Cyriaque che dirige bene il lavoro, pur senza avere il diploma di agronomo. L’azienda conta ottanta mucche, numerosi maiali, galline, capre e pecore; produce quintali di soia, mais, arachidi e varie qualità di verdure locali. Tutta la produzione è a beneficio della cooperativa di consumo diretta da Padre Marcello, superiore della missione. È coltivata anche la canna da zucchero dalla cui vendita la missione ha un piccolo reddito.

Al rientro a Bangui, data la precaria sicurezza che ancora affligge il Paese, i camion devono viaggiare in convoglio, scortati dai militari. Per i primi 200 chilometri del nostro ritorno i rallentamenti ci costringono a procedere con lentezza ma, grazie ad uno dei camion di militari, siamo riusciti a proseguire senza pericoli o intoppi. Quando raggiungiamo la capitale è quasi notte.

Saluto con vivo affetto implorando la benedizione di Gesù Bambino

Bangui (Rep. Centrafricana), 13 settembre 2018

P. Anastasio

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